La tradizione della Focara

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focara 2007.jpgIl Natale camporese e la tradizione della "Focara"
A Campora, come in diversi paesi del meridione, è ancora viva la tradizione della “focara”.
Un rituale antichissimo giá celebrato dagli antichi egizi, dai greci e nell´antica Roma, poiché legato alla conoscenza astrologica dei solstizi.
Il solstizio d'inverno si colloca a cavallo tra il 21 ed il

22 dicembre, cioè il sole, in tale data, raggiunge il punto piú basso sull'orizzonte dell´emisfero boreale e la massima distanza dal piano equatoriale, permanendovi per 3 – 4 giorni per poi riprendere il suo cammino ascendente. Da qui il significato del termine solstizio dal latino solstitium, ovvero sole fermo. Simbolicamente quest´avvenimento viene interpretato come il passaggio dalle tenebre alla luce, infatti in questo periodo il sole raggiunge la sua fase piú debole in quanto luce e calore, per poi rinascere fino a riprendere il sopravvento con i solstizi estivi il 21 di giugno.

 


Tutti i popoli, anche i primitivi, celebravano questo fenomeno con grandi feste e rituali, in cui l'elemento determinante era appunto il fuoco, simbolo di purificazione, che illuminava la notte sollecitando l'avvento del nuovo sole nella sua ascesa.

Anche il cristianesimo fa coincidere il Natale con il solstizio d´inverno in quanto il cristo viene visto come il sole nascente che rompe le tenebre, porta la luce e la vita nuova nel  mondo.
Campora ricorda questo grande evento di rinascita rischiarando le tenebre della notte con un grande fuoco, ovvero la “Focara”, al quale contribuiscono tutti gli abitanti del Paese, fino a che le luci del giorno danno vita ad un nuovo ciclo cosmico.
Per tradizione a Campora pochi giorni prima della vigilia di Natale viene raccolta la legna che si accatasta sul sagrato della chiesa per essere accesa il 24 prima della messa e benedetta dal sacerdote, dopodiché ognuno prende una ciocco dalla catasta per portarlo al proprio focolare. La focaia resta accesa fino a capodanno. Una volta erano i ragazzini che si prodigavano a raccoglierla nei boschi o anche a rubarla qua e lá per poter far sì che il mucchio di legna fosse piú grande possibile. Oggi quei ragazzini hanno dai 40 ai 60 anni e sorridono ancora al ricordo di quelle scorribande in cui gareggiavano tra di loro a chi ne raccoglieva di piú.
Campora, in questi giorni, è illuminata a festa: sulla piazza principale è stato eretto un albero di Natale e la via che conduce alla chiesa è decorata da luci colorate di un Natale un po' piú pagano.
In chiesa è stato allestito il presepe tradizionale con il muschio fresco dei boschi locali.
Nelle case si preparano gli struffoli di miele, le zeppole di pane, gli scauratielli, le nochetelle…
Per il pranzo di Natale ci saranno fusilli con il sugo di castrato di capra o agnello e capretto al forno.