La tradizione del Carnalovaro

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La tradizione del "Carnalovaro" tra miti e leggende '
La figura del "Cannalovaro", ovvero carnevale, è rappresentata da un pupazzo ripieno di paglia e vestito a festa, che insieme a Pulcinella, il diavolo ed altre maschere sfilano per tutto il paese.

Si fermano ad ogni focolare e, mentre il diavolo distrae il padrone di casa, Pulcinella, furtivo, va a spegnere il fuoco nel caminetto. Tra risa e sberleffi non lasciano l'abitazione senza prima aver ricevuto struffoli, dolci o altre leccornie.

 

Alla fine della serata l'allegra comitiva si ferma in piazza e " Carnalovaro" viene imputato di tutte le sventure subite dal popolo durante l'anno e dopo un processo, con tanto di avvocati e giudice, viene condannato al rogo. Le urla, gli insulti ed i fischi dei presenti verso il colpevole si attenuano solo, quando "lo Carnalovaro" è stato consumato dalle fiamme. La serata continua in una festa sfrenata di musica, canti, balli e scherzi vari.

Anche questa tradizione risale alle feste dei Saturnali dell'antica Roma nelle quali, durante il solstizio d'inverno, si onorava Saturno, dio dell'agricoltura. In quest'occasione si eleggeva il re dei Saturnali, scelto tra gli schiavi o i condannati a morte e, dopo avergli concesso un giorno, appunto da re, veniva sacrificato la sera del martedì grasso per il bene della collettività. Questo re, che come tale aveva in sè del divino, era ritenuto il capro espiatorio di tutte le disgrazie successe, con la cui morte il popolo si sarebbe purificato. Ma questi rituali di eccessi sfrenati erano anche uno sfogo per tutte le repressioni subite dal popolo durante l'anno ed una preparazione all'imminente periodo di digiuno che li attendeva a partire dalla fine dei festeggiamenti.

Il re dei Saturnali più famoso che l'antica Roma abbia mai avuto è stato Gesù di Nazareth. I Romani considerarono il suo processo e la sua condanna a morte una farsa burlesca e così, ponendogli sul capo una corona di spine ed un mantello di porpora sulle spalle, lo proclamarono re dei Saturnali. O fu forse perchè riconobbero in Lui il divino, che iniziarono il rito propiziatorio? Certo è che quell'occasione per i Romani fu come un carnevale.