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la Fauna

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Non possiamo parlare di una fauna locale senza ampliarla a tutto il territorio del Cilento, che pur essendo cosí vasto é scarsamente antropizzato.

Nonostante gli ampli spazi e le immense foreste, le gole impervie ed i corsi d'acqua, le montagne e le vaste pianure deserte che compongono il Parco, la fauna non offre ancora quelle presenze che le condizioni ecologiche consentirebbero. Ció nonostante, sia pur in numero piuttosto limitato, questo territorio conserva presenze animali di tutto rispetto.

Scomparso da secoli l'orso bruno, che pur doveva esser presente in questa zona come del resto su tutta la catena appeninica, il maggior carnivoro locale resta il lupo (cani lupus).

I lupi
Vivono in branchi di anche 5 o 6 individui nei boschi piú isolati; sporadicamente si vedono singoli esemplari vicino ai centri abitati, dove cercano di predare qualche animale d'allevamento o si aggirano intorno alle discariche in cerca di rifiuti commestibili.  Fanno parte della loro alimentazione anche i cinghiali, le lepri ed i topi selvatici.

I cinghiali
Un animale ungulato che non presenta al momento problemi di estinzione (semmai quelli inversi di sovrappopolamento) é il cinghiale (Sus scropha). Sia per l'abbondanza di querceti, con vasta disponibilitá di ghiande, castagne e faggiole, sia per la vastitá e solitudine di molti luoghi oggi abbandonati dall'agricoltura, questo suide opportunista e ubiquitario sta ampliando il suo areale anche a causa di improvvise reintroduzioni attuate dai cacciatori. Il suo habitat favorito sono i querceti ed i castagneti di mezza montagna ma non disdegna frequentare i prati ed i pascoli che "ara" col suo grifo potente in cerca di bulbi, radici, larve e arvicoli e, nei periodi in cui questi frutti sono abbondanti, i boschi d'altitudine in cerca di faggiole e castagne.

Le volpi
Un altro animale comune della fauna locale é la volpe (Vulpes vulpes) che batte i boschi, i coltivi e soprattutto gli ambienti cespugliati e incolti ricchi di siepi e di prode dove piú abbondanti sono le prede, costituite per lo piú da piccoli roditori e insettivori.

Assieme a quelli della volpe é facile incontrare un po´ ovunque, le tracce inconfondibili della lepre (Lepus europaeus), un lagomorfo di grande interesse che la chiusura della caccia, seguita all´istituzione del Parco Nazionale, ha in questi ultimi tempi piuttosto favorito.

Nel bosco e nelle forre piú impervie trovano ricetto (anche se non ne abbiamo avuto testimonianza diretta) altri interessanti musteidi come la martora (martes martes), la faina (martes foina) ed anche il grande gatto selvatico (felis silvestris), abbastanza comune stando ai racconti dei cacciatori che battevano queste aree. Sia il gatto selvatico che la martora richiedono per la loro presenza, oltre ad inaccessibili zone rocciose, anche grandi alberi vetusti le le cui cavitá agevolano la riproduzione.

La puzzola (mustela putorius) vive preferibilmente non lontano dai corsi d'acqua ove spesso si reca a caccia di anuri, ma é visibile, raramente, solo di notte. Ancor piú legata  all'acqua dei bacini idrografici del Cilento é la lontra (lutra lutra). Si puó senza tema di smentite affermare che le acque dei nostri fiumi cilentani rappresentino, per questo rarissimo mustelide (che conta in tutta Italia una popolazione di 100 individui) l'ultimo ben difeso rifugio. Poter osservare la lontra in natura é impresa di pochi. Eppure per i pochi fortunati il vederla guizzare, lustra e liscia, tra i massi e le erbe del fondo dei fiumi, rappresenta uno spettacolo indimenticabile nella realtá del Parco Nazionale del Cilento.
(Testi di Fulco Pratesi - tratti dal libro "Cilento - Natura e Paesaggi del Parco).

SAETTONE
Lunghezza adulti: fino a 200 cm.

Serpente grande e slanciato, con squame liscie, testa stretta e ben marcata e pupilla rotonda. Gli adulti hanno una colorazione che varia dal grigio, al bruno al verde oliva. Alcuni individui dell'Elba sono caratterizzati da un verde brillante. Ventre chiaro, a volte giallo.
Predilige le località coperte da folta vegetazione. Di abitudini crepuscolari, se disturbato reagisce vivacemente, anche mordendo. Deve il nome di Colubro di Esculapio al Dio greco della salute che lo aveva raffigurato nella sua verga magica, divenuta oggi il simbolo della medicina. E' il più agile tra i serpenti italiani. Corridore velocissimo, ottimo arrampicatore, si sposta spesso tra le fronde degli alberi. Si nutre di piccoli mammiferi, lucertole, uccelli e delle loro uova. Fregola in maggio/giugno, in luglio avviene la deposizione di 5/20 uova grandi al massimo 50 X 24 mm. I piccoli nascono dopo un'incubazione di circa 2 mesi.
Il suo areale si va restringendo ed il Saettone è protetto in quasi tutta Europa.